martedì 24 maggio 2011

Passeggiando in bicicletta...


A volte abbiamo delle meraviglie intorno a noi e neanche ce ne accorgiamo...ecco uno stupendo tramonto visto ieri sera mentre ero in giro in bici con la mia bambina...

e lei, come se ogni volta fosse una strada nuova, trova sempre un motivo per stupirsi...e mentre scrivo, oggi, la memoria ritorna a tre anni fa quando un semplice "si" fu l'inizio di un viaggio meraviglioso.

martedì 10 maggio 2011

Questa è una dedica speciale alla mia lei.

Perchè fa un lavoro che ama.Perchè con una bambina piccola torna a casa alle sette di sera e trova il tempo di organizzare tutto.
Perchè fare sei ore al giorno spezzate è faticoso, fisicamente e mentalmente e perchè sentirsi la parte "debole" della tanto decantata (quanto realmente inesistente) "rete" alla lunga è logorante.
Perchè ha scelto l'unico campo lavorativo dove ad alto carico di responsabilità non corrisponde un'altrettanto adeguata retribuzione. E' dura essere educatrice, professione sempre in bilico tra il volontariato e il "crocerossismo". E poi bisogna far quadrare i conti, e poi "non è giusto che chi inizia adesso prenda quanto me",e poi "mi chiedo perchè devo sempre essere io a cercare i servizi" e poi "inizio a far fatica amore mio e mi chiedo se ne valga la pena".La fatica condivisa pesa meno.
La amo perchè è fiera di quello che fa, della professione che ha scelto, in modo silenzioso.
La amo perchè fa a cazzotti col suo "io" per accettare il mio disordine e a volte ce la fa (altre volte vince il suo io e mi massacra).
E perchè in tutto questo ha scelto di mettere al mondo una vita, insieme a me, senza troppi SE ma con tanti NONOSTANTE....

venerdì 6 maggio 2011

Poche semplici parole


La potenza straordinaria di un gesto "gratis". Siamo abituati a chiederci sempre < Perchè lo ha fatto? Cosa vuole in cambio?>
E' liberante sapere che siamo ancora capaci di gesti così..
E noi? Siamo capaci di ricevere tali gesti quando ci capitano?
Cosa ci passa per la testa quando vediamo, per esempio, una persona sconosciuta che ci sorride?

1) Cazzo c'ha da ridere?
2) Poveraccio, l'ictus ha lasciato il segno...sembra che stia sorridendo
3) Ma sta guardando me?
4) Non so chi sia ma meglio sorridere?
5) Forse è uno dei miei 2389676872'23 amici su Facebook
6) Ci sta provando


Sofia mi vede, sorride, mi corre incontro sgambettando e si butta sulle mie gambe . Io la prendo in braccio e la guardo negli occhi, guardo i suoi denti e il suo sorriso, annuso i suoi capelli, sento il profumo della sua pelle.
Lei sorride , sentendosi protetta, noncurante del fatto che solo le mia braccia la preservano dal vuoto.
Se fossi io al suo posto me la sarei già fatta sotto e cercherei di ritornare con i piedi per terra (che non si sa mai!)..invece lei no, si bea in questa sensazione, non ha paura di niente. Si fida.
Poi si stringe intorno al mio collo e mi dice..< tanto bene papà...>.
La tengo stretta a me e sapendo che tra due secondi vorrà tornare a giocare , piango di felicità ...

Viva la vida!

mercoledì 13 aprile 2011

Adolescenza Senile o Senilità Adolesenziale?

Condivido con voi questo bellissimo articolo di Alessandro D'Avenia che ringrazio, pur non conoscendolo, di aver dato forma e voce ad un pensiero che è anche il mio.L'articolo è stato pubblicato ieri, 12 aprile 2011 sul quotidiano La Stampa.

Mai come in questo momento si parla tanto di giovani e così poco con i giovani.

Mai come in questa stagione culturale si racconta tanto l’adolescenza (appartengo ai colpevoli, sia come scrittore sia come insegnante) e così poco si sa leggerla in questa contingenza storico-culturale.

La contraddizione è soltanto apparente. Ogni cultura si concentra su ciò che non mette più a fuoco e sta perdendo, e sulle parole che nominano quelle cose. A parte cuore, amore, dolore che attraversano tutte le epoche, perché non se ne ha e sa mai abbastanza di quelle tre cose lì, ogni epoca ha le sue parole.

Una parola perduta e per questo oggi abusata è «adolescenza», perché la vita quando perde qualcosa si concentra come un’ossessa sulle parole che risvegliano la nostalgia per ciò che si è perduto. Il nostro non è un Paese per giovani e quindi non si parla d’altro. Abbiamo «adultizzato» (o adulterato?) l’adolescenza e «adolescentizzato» l’età adulta. Per questo la vita grida attraverso di noi ciò che le spetta di diritto, che ogni età realizzi la tensione che le è propria, senza essere soffocata, saltata, pervertita: adulti che fanno gli adolescenti perché non sono stati adolescenti, e quindi non sanno come si faccia a essere adulti; adolescenti disillusi come gli adulti, bruciata la loro capacità somma: creare.

L’adolescenza è l’età in cui si scopre, facendo l’adolescente fino in fondo, il fascino dell’età adulta. Non si tratta di leggere le età della vita come tappe concluse una volta per tutte, ma di integrarle nell’unità storica della persona. Non si tratta di rimanere bambini o adolescenti, ma di conservare ciò che ognuna di queste tappe ha conquistato: la semplicità del bambino e la fame di senso dell’adolescente. Ma cosa hanno di diverso mio nipote di due anni che davanti al frigorifero aperto, sorpreso dal desiderio assoluto, dice: «Cosa posso volere io?» e un mio alunno di 16 anni che, preso da mille cose che lo appassionano e vorrebbe farle tutte, mi confida: «Sto imparando a sognare davvero, a guardare tutto».

Che cosa è l’adolescenza? Come ogni rito di passaggio è un venire alla luce. Il bambino viene alla luce e piange. La mamma lo coccola e il bambino scopre, capisce, impara che la vita è essere amati. L’adolescente viene alla luce nuovamente, ma non bastano più la mamma e il papà. Adesso la vita vuole essere autonoma, vuole le chiavi di casa e non vuole orari: vuole spazio e tempo tutti per sé. Non vuole solo essere amata, vuole anche amare. Non è più lo spazio e il tempo di papà e mamma, ma lo spazio e il tempo di uno spirito che esplode con il corpo e cerca il proprio spazio e il proprio tempo. Cerca la propria storia. Un proverbio ebraico dice che Dio ha creato l’uomo per sentirgli raccontare storie. Solo chi ha una storia può raccontarla. Il bambino racconta la storia di papà e mamma, l’adolescente la sua, la sua unicità da scoprire e incollarsi addosso.

L’adolescenza se è veramente qualcosa è l’entusiasmo del creare. Si è stati creati, anzi pro-creati, e si comincia finalmente a voler creare. Anche i bambini sono creativi, è vero: disegnano, costruiscono, immaginano mondi tracciati anche solo con un dito agitato nell’aria. Ma il creare del bambino è ingenuo e spontaneo, non c’è un io che scopre sé stesso nel creare, ma si bea nel suo pensiero magico in cui non c’è separazione e tutto è dentro tutto. Il creare dell’adolescente è invece spinto da un io che vuole rivelarsi, l’io si separa e si scopre finalmente: solo. Quella solitudine che è croce e delizia dell’adolescente: nessuno lì lo può raggiungere e si espande quel dolce amaro tormento del volere e non volere essere soli, del volere e non volere essere raggiunti, del volere quella solitudine per ascoltarsi e del volere che qualcuno la raggiunga e non ne faccia sentire il peso schiacciante, magari con un «ti amo».

In un essere picciol tempo dura, direbbe Petrarca, l’adolescente è mutevole e instabile: l’io vuole scaturire, venire alla luce, essere creatore, iniziatore. Anche il corpo diventa capace di creare e dare inizio, il corpo diventa il potenziale corpo di una madre e di un padre. Sangue e sperma dispersi finché non trovano per chi costituirsi in carne e dono. Lo spirito vuole creare, il corpo vuole creare.

L’adolescente in questa selva oscura scopre il suo essere individuo, ma ogni venire alla luce si accompagna al pianto. L’adolescente è in conflitto con il mondo, perché è in conflitto con sé stesso. È nel caos di una vita che vuole emergere finalmente nella sua unicità e totalità, percepisce per la prima volta la grandezza della vita come qualcosa che lo chiama e che la vita vuole donargli, ma la vita penetra in lui tutta insieme e lo confonde, lo getta nel caos. Per questo legge, ascolta musica, con una fame che si perderà con l’età adulta, come scriveva Pavese: «Tra i segni che mi avvertono essere finita la giovinezza, massimo è accorgersi che la letteratura non mi interessa più veramente. Voglio dire che non apro i libri con quella viva ed ansiosa speranza di cose spirituali che, malgrado tutto, un tempo sentivo».

All’adolescente sembra di appartenersi, di trovarsi, di scoprirsi, di uscire dal caos quando lo specchio delle parole e della musica e delle storie rivelano l’io incastrato ancora nelle spire del magico tutto infantile. Ma è proprio quel caos che aspira all’ordine, è proprio quel caos che vuole tutto, perché scopre tutto. Per questo l’adolescenza non è età del piacere, ma dell’eroismo, del dono folle di sé anche autodistruttivo, dell’amore assoluto. Ma un adolescente nutrito di piacere perde il caos e si ordina con le piccole cose che spengono la fame.

Questa è la vera novità degli adolescenti di oggi: gli abbiamo dato tutto e non hanno più fame, si è assopita l’essenza creativa del loro essere adolescenti. Per questo tante dipendenze: sintomi – non cause – di una mancanza di ricerca di quel tutto che è la vita e che si vuole abbracciare creando e creandosi. Si compra la felicità subito e si spegne il desiderio del tutto, che è il caos adolescenziale. Caos benedetto che troppo spesso gli adulti cercano di controllare con l’aridità di una disciplina insensata o con il comodo consumismo, invece di incoraggiare quello slancio verso cose grandi: una vetta da conquistare, un mare da attraversare.

L’adolescente va protetto da sé stesso e dal suo caos, al quale spesso soccombe, non soffocandolo, ma incanalando questa forza. Ogni creatore di bellezza lo sa, ogni lavoratore appassionato lo sa, ogni madre lo sa: il caos della vita è creatore, la potenza creatrice è caotica. Non basta controllare il cuore di una centrale nucleare con mura spesse e indistruttibili per evitarne lo scoppio, come purtroppo sappiamo. Perché una centrale non sia pericolosa deve funzionare ed erogare tutta la sua potenza al servizio della vita altrui.

venerdì 10 dicembre 2010

SENTIMENTI ED EMOZIONI

La mia famiglia, luogo di emozioni ma soprattutto di sentimenti che , badate bene, non sono la stessa cosa.
L'emozioni son veloci, intense, fugaci, ti travolgono e poi..altrettanto velocemente svaniscono lasciando a volte un ricordo piacevole, a volte l'amaro in bocca.
Il sentimento si costruisce, si coltiva...il sentimento è lento, ti dondola, ti culla ti protegge o lentamente ti distrugge. Il sentimento richiede fatica, alle volte noia, e silenzio. Per provare un emozione basta poco...L'innamoramento è emozione, è l'inizio di un sentimento, l'amore.
L'emozione è un bambino che non tollera che le cose possano non andare bene, che vuole uniformare il mondo al suo mondo e se così non è si cambia, si cambia oggetto del desiderio alla continua ricerca della propria fotocopia.Il sentimento è una persona finalmente adulta, che ama il bambino ma che lo educa, che sa che non può fermarsi lì.
La mia casa, mia moglie, mia figlia...le amo profondamente, insieme ci "emozioniamo", ci scaldiamo al fuoco di emozioni intense ma soprattutto costruiamo insieme il sentimento che ci lega, un progetto per la nostra vita, insieme costruiamo il nostro amore e ci mettiamo in gioco ogni giorno..costruendoci l'orizzonte,guardando insieme nella stessa direzione.

venerdì 25 giugno 2010

Piccoli Pensieri

La felicità è fatta di piccole gioie quotidiane, di sorrisi e di condivisione del tempo presente.
La vita mi ha dato tanto e non posso che dire grazie. Grazie a mia moglie che amo immensamente e grazie alla mia piccola Sofia che ogni giorno ci insegna qualcosa.Attraverso di lei scopriamo quanto il mondo e le persone si nutrano di ben poche cose: l'amore, le amicizie e il rispetto per ciò che abbiamo ricevuto "in prestito" al momento della nascita e che dovremmo restituire migliore di come l'abbiamo ricevuto

giovedì 5 novembre 2009

La Vita è Bella

Una riflessione breve sui movimenti impercettibili e i cambi di rotta inaspettati che la vita ci riserva.
Un grazie ad alcuni nuovi amici che sono entrati a far parte delle mie giornate....amicizie nuove che speriamo si consolidino nel tempo....un grazie ad Andrea e famiglia, Paolo e Giuliana!
Un pensiero ai nostri amici che stanno soffrendo e la promessa che saremo al loro fianco sempre!
Un grazie immenso a mia moglie e alla mia bambina che sono la fonte a cui ogni giorno mi disseto!

E una piccola storia per riflettere....

"Dopo una lunga e coraggiosa vita, un valoroso samurai giunse nell'aldilà e fu destinato al paradiso.
Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un'occhiata anche all'inferno.
Un angelo lo accontentò.
Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt'intorno, erano smunti, pallidi, lividi e scheletriti da far pietà.
"Com'è possibile?" chiese il samurai alla sua guida.
"Con tutto quel ben di Dio davanti!"
"Ci sono posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all'estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca"
Il coraggioso samurai rabbrividì.
Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto ai denti.
Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso.
Qui lo attendeva una sorpresa.
Il paradiso era un salone assolutamente identico all’inferno!
Dentro l’immenso salone c’era un’infinita tavolata di gente seduta davanti ad un’identica sfilata di piatti deliziosi.
Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca.
C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia.
“Ma com’è possibile?”, chiese stupito il coraggioso samurai.
L’angelo sorrise:
“All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché così si sono sempre comportati nella loro vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino”.
Paradiso e inferno sono nelle tue mani.
Oggi."

mercoledì 13 maggio 2009

Au revoir

Era un inverno freddo, di tanti anni fa...vedevi i tuoi amici e compagni cadere vicino a te, con i piedi ghiacciati e le ossa congelate. Ma tu hai resistito, eri forte come una montagna e il nome che portavi ti rendeva merito. Poi hai combattuto altre battaglie ma non hai mai dimenticato il freddo della Russia e la durezza dei campi tedeschi...hai cresciuto tre figlie, hai curato una moglie che per tanti anni ha messo a dura prova, con la sua malattia, la tua pazienza. Hai costruito carretti di legno per i tuoi nipotini, mi hai regalato esperienze; quel giorno che mi hai portato con te a pescare mi ha regalato il primo "bravissimo" a scuola. Il motorino che mi hai regalato per il mio 14esimo compleanno mi faceva sentire un "figo" con i miei amici e il rasoio elettrico che mi hai dato lo uso ancora adesso...Al nostro matrimonio eri lì con la tua giacca azzurra e sempre, rigorosamente, senza cravatta.
La tua bisnipotina tiene vicino al lettino la frase che hai scritto per lei dall'ospedale ed ogni volta che la guarda fa un sorriso, gliela leggeremo quando sarà grande e gli racconteremo del bisnonno che nel suo letto di ospedale guardava la sua foto che io e la mamma gli abbiamo regalato.
Adesso qualcuno lassù starà ascoltando i tuoi racconti di guerra e le tue barzellette, i tuoi consigli sulla politica e i tuoi "aforismi"...alla fine del tuo viaggio eri stanco, troppo stanco per continuare a sopportare il peso della vita che tanto ti ha dato ma altrettanto ti ha chiesto..avremmo voluto trattenerti ancora un , per andare a mangiare ancora una volta insieme ai "Girasoli" , ma era solo un nostro egoismo e così dopo aver fatto colazione hai deciso che era ora di andare..con la pancia piena come un signore...ti ricorderemo sempre come volevi tu....con un sorriso!
Non ti scriviamo grazie perchè quello te l'abbiamo detto!

Ciao Nonno

Roberto, Floriana e Sofia

venerdì 6 marzo 2009

Viva la vida

La vita è un viaggio meraviglioso....ti daremo delle radici forti e delle ali per volare...benvenuta al mondo figlia mia!

lunedì 25 febbraio 2008

Et voilà

Rieccom..anzi rieccoci!! Ecco la mia principessa, ecco la via...
L'amore conosce vie che il cuore non conosce...è il sogno di una vita..con un nome di donna!

giovedì 5 aprile 2007

Merci

Un grazie sincero a tutti i miei compagni di "palco". Un grazie dal profondo del cuore anche a chi fa più fatica ad accettare la scelta.
Vi sarò vicino nel modo più discreto e rispettoso possibile, il mio sguardo e il mio affetto ci saranno anche quando non lo vedrete.
Credo in voi, credo in quello che abbiamo costruito e nella sua solidità.
Tutti importanti, nessuno indispensabile.
Un abbraccio fraterno...e ora via è tempo di andare, di un nuovo inizio.
Il sipario si riapre, entrino gli attori.

martedì 3 aprile 2007

Sipario

Silenzio.
La sala è buia, la gente ha gli occhi incollati su di te...dici l'ultima battuta e sai in cuor tuo che nessuno la sentirà più, si chiude il sipario. Parte l'applauso e sorridi..felice di quello che hai dato, orgoglioso di quello che è stato.
Potrei partire con la solita serie di grazie, ma credo che il modo più bello di salutare sia stato proprio questo, con il sipario che si chiude.

La vita ti conduce su strade impensate, nuove, e arriva il momento in cui decidere se muoverti o continuare ad aspettare.

Io ho deciso.

venerdì 23 marzo 2007

Bios

Ogni cosa sussurra il tuo nome
bello
dolce
profumato

I tuoi occhi
sono un volo dorato
in luoghi segreti

Il tuo profumo
mi segue sempre
Mi avvicino a te
e sento il sacro
della tua persona

Sensazione intensa
onda improvvisa che mi travolge
respiro l'amore.

martedì 13 marzo 2007

La Sera Perfetta

Ho sempre pensato che la perfezione non fosse di questo mondo..beh, ho avuto modo di ricredermi...
Torno indietro un po'......

E' sera. La sto aspettando, guardo la luna che timidamente si affaccia sull'imminente notte.
D'improvviso arriva la sua macchina, parcheggia, scende, mi sorride...è bella, bellissima.
Saliamo in macchina e sono felice. Felice pechè lei è qui con me, felice perchè tra mille possibilità ha scelto me. Mangiamo insieme e tutto sembra magico, non c'è niente che non va...mangio senza neanche guardare il piatto: è stupenda, per me la più bella di tutto il locale ed io mi sento veramente fortunato, come quando un principe porta al gran ballo la sua dama e tutti si voltano a guardarla. E stavolta il principe sono io.
Torniamo a casa, guardiamo un bel film..le nostre mani si sfiorano, la sua dolcezza mi travolge ed io non oppongo resistenza...poi..improvvisamente il bacio. Sento che sto per svenire, il sangue mi ribolle nelle vene, l'emozione mi investe prepotente..non pensavo di essere più capace di provare certe cose...E' un bacio lungo, intimo, sensuale, dolce..è tutto ovattato, le pareti si piegano su di noi, il soffitto si abbassa, non esiste più niente, solo noi due...e il naufragar m'è dolce in questo mare...
La riaccompagno a casa, camminiamo un pò, mano nella mano, pieni di noi...torno a casa, squilla il telefono..è lei..parliamo, parliamo di noi, di sogni e paure..quando riattacca vado a dormire, la luce del sole inizia timidamente a rischiarare la notte...sono felice finalmente.
Suona la sveglia... ho sognato tutto?

lunedì 26 febbraio 2007

Hola

Hola a todos, un saluto a tutti, sono vivo, per fortuna.....
Settimane di lavoro intenso..per fortuna nel marasma generale c'è sempre qualcuno che ti aiuta...
Nella sofferenza si è sempre soli, ma la vita insegna che ogni tanto c'è qualcuno che, con discrezione e sensibilità, veglia su di te ed è capace di cogliere i tuoi bisogni ancora prima che tu li esprima...

Buona giornata a tutti

lunedì 12 febbraio 2007

Sabato mattina

Sabato mattina...vi sarà capitato almeno una volta di avere la malsana idea di buttarvi in un centro commerciale in questo giorno?Eh si..bene..voglio raccontarvi non il mio sabato mattina dentro a Grancasa ma l'attesa di una persona che mi ha accompagnato nel prosieguo della mattina...
Aspetto, faccio pensieri sul mio futuro (sto per acquistare i mobili della mia futura casa!!), guardo macchine passare e gente che sbuffa causa parcheggio non trovato, vedo bambini che corrono seguiti da mamme col fiatone, c'è un viavai continuo di piccole formiche che entrano a mani vuote ed escono con il loro carico di acquisti, di lei ancora nessuna traccia...poi improvvisamente ecco arrivare una coppia di cinquantenni che scendono dal loro macchinone, ben vestiti, curati, insomma non gli manca niente o meglio quasi niente perchè dopo il loro dialogo ho capito che forse qualcosa mancava...

Lui- Cazzo vai, vai per favore e lasciami qua due minuti...
Lei- Dai , dai andiamo dentro per favore
Lui- Ma non mi rompere i coglioni, vai dentro va, che per stamattina mi hai già rotto abbastanza..
Lei- Non fare lo stronzo eh!
Lui- Non puoi fare come se fossi a casa tua, e dai, eh che cazzo!
Lei inizia a camminare verso l'ingresso, lui continua il suo rosario di insulti poi mentre mi passa di fianco mi guarda e mi dice:- Cazzo bisogna farla camminare da sola per farla smettere di parlare!.

Entrano uno dopo l'altro.
L'amore è una cosa meravigliosa!

Poi arriva lei e non penso più a quei due "innamorati", entriamo anche noi ma non mi importa più del luogo..le persone che ti vogliono bene hanno questo potere, dare un sapore diverso alle cose e sanno farti sorridere anche se hai gli occhi lucidi!
Chi è lei?
Noi sappiamo e questo ci basta. Grazie!
Grazie per il sostegno, per i sorrisi, per le risate, per il cd, per la fragranite...Niente è scontato!
Le cose più piccole e semplici son quelle che rimangono!
L'essenziale è invisibile agli occhi!

mercoledì 7 febbraio 2007

Aire

I tuoi occhi...
sento un brivido
I tuoi occhi
li guardo, un'abisso che mi attrae
Vuoi volare
ma qualcosa ancora ti trattiene
Paura d'esser nuovamente felice?
Il peso delle cicatrici?
Non ho risposta
Ma di una cosa sono certo...
Quando tornerai a volare
sarà uno
spettacolo fantastico

martedì 6 febbraio 2007

Amara riflessione

Caro Signor Poltrona Sicura, avrei alcune domande per te...
Perchè dici sempre che noi giovani non abbiamo voglia di far niente? Perchè continui a lamentarti se i giovani rimangono in casa? Sai come ci si sente ad entrare in banca con un contratto a progetto in mano? Ho capito un pò di cose su di te...non sono io ad aver scelto la precarietà, è un tuo dono. E la cosa peggiore è che cerchi di convincermi che per me è un bene.
Certo, posso organizzarmi il tempo come voglio ma sai alla fine quanto tempo rimane se mi viene in mente di metter su casa?
Non posso neanche ammalarmi perchè le ferie non me le paghi, caro Signor Poltrona. Ti faccio una confidenza...fino all'anno scorso la tredicesima non sapevo neanche cos'era perchè se mi andava bene arrivavo all'undicesima.
Se vado a chiedere un finanziamento serve sempre la firma di un garante, di qualcuno che ti pari il culo perchè, diciamocelo, che garanzie può dare il mio contratto?
Sai com'è difficile immaginarsi un futuro stabile quando hai i piedi nelle sabbie mobili?
Come posso pensare di avere una mia famiglia, dei figli con mille euro al mese?
Non sei forse tu, signor Poltrona, che manifestavi nel 68 per cambiare il mondo, per i grandi ideali? Penso di parlare a nome di altri giovani che come me si aspettavano di riuscire a camminare da soli ed hanno ricevuto in cambio un bel girello!!!
Mi hanno insegnato che le parole, le idee sono tanto più forti quanto più sono vissute....quindi con rispetto parlando, quando millanti i pregi e i vantaggi del lavoro flessibile dalla tua poltroncina sicura sai quanto valgono le tue parole? Zero
Vuoi fare cambio con me, visto che la flessibilità è tanto bella?
Come? Perchè non rispondi?
Ah, sei al telefono...torno dopo...cosa? Si Si , te lo ripeto dopo...non hai sentito eh?
Ma vaffanculo!!! Eh? Si porto fuori il mulo...

Me ne vado...un ultima domanda signor Poltrona...perchè quando dici che la mia flessibilità deve essere a 360 gradi mi fermo sempre a 90?

lunedì 5 febbraio 2007

INCIPIT

Ma che paese è questo dove gli unici che hanno ancora qualche speranza vengono chiamati disperati?

Ci fu una grande battaglia di idee e alla fine
non ci furono nè vincitori, nè vinti, nè idee.

Teoria del Bonus Vitale (3' ed ultima Puntata)

[...] Da quel che dice -disse Siliconi- allora non varrebbe la pena di curare le malattie, tanto è il Bonus che decide.
-No! Le malattie devono essere curate per solidarietà, e questo è tanto più nobile in quanto è vano. Bisogna fingere che siano importanti, altrimenti tutti si accorgerebbero che c'è nel nostro destino qualcosa di ben più pericoloso. Inoltre sono portato a ipotizzare (anche se i miei studi al riguardo sono appena all'inizio) che probabilmente alcune malattie sono proprio una difesa contro il Bonus. Mettiamo per esempio che le stia per scadere il Bonus di passeggiate in riva al mare, tac, un bel colpo della strega e lei eviterà la camminata fatale. Lei ha già il biglietto per l'ultimo concerto per piano concessole, e voilà, una improvvisa sordità la mette al riparo. Le malattie consentono di fermarci sull'orlo del precipizio.
- Assurdo- disse Siliconi accendendosi una sigaretta.
- Mica tanto- proseguì Talete- ecco, ora lei ha acceso una sigaretta, magari è la numero 189.765.621 e non accadrà nulla, ma se il suo Bonus nicotinico è di 189.765.622 alla prossima le verrà un colpo, e diranno: per forza, era un fumatore. Ma forse lei potrebbe morire per aver detto una volta di troppo "assurdo", oppure (come rilevo attualmente), perchè si sta toccando le palle. Pensi se il suo Bonus di scongiuri si esaurisse ora!...
-Basta-impallidì Siliconi, e fece per uscire.
-Quale sarà il suo Bonus di apertura porte?- chiese soavemente Satagius.
-Vedo che lei ha afferrato il concetto- disse Talete.
Siliconi uscì, consumando una buona quantità del Bonus di improperi.
FINE.